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Il panda

Ailuropoda melanoleuca

Il Panda gigante (Ailuropoda melanoleuca, David 1869), è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia degli Ursidi. Originario della Cina centrale, vive nelle regioni montuose del Sichuan e del Tibet. Verso la seconda metà del ventesimo secolo, il panda è diventato un emblema nazionale in Cina, ed è attualmente raffigurato sulle monete d'oro cinesi.

Caratteristiche

panda

Nonostante il fatto che, secondo la tassonomia si tratti di un carnivoro, la sua dieta è essenzialmente quella di un erbivoro. In effetti, esso si nutre quasi esclusivamente di bambù (circa 38 kg di germogli al giorno, pari al 45% del peso corporeo). Tecnicamente esso, come molti altri animali, è onnivoro (è noto che il panda accompagna con uova ed insetti, necessarie fonti di proteine, i suoi pasti a base di bambù). Le sue orecchie si muovono durante la masticazione.

Esso è imparentato alla lontana con il Panda rosso, ma la somiglianza tra i due nomi sembra più che altro provenire dalla comune alimentazione basata sul bambù. Prima che tale parentela con il Panda rosso venisse scoperta, nel 1901, il Panda gigante era conosciuto come Parti-coloured bear.

Per molti decenni la precisa classificazione tassonomica del panda è stata oggetto di discussione, in quanto sia i Panda giganti sia i Panda rossi presentano al contempo caratteristiche appartenenti agli orsi e ai procioni. Comunque, esami genetici hanno rivelato che i Panda giganti sono veri e propri orsi, appartenenti a pieno titolo alla famiglia degli Ursidi. La specie di orsi ad essi più vicina è qualla degli Spectacled Bear del Sud America. Resta in discussione se i Panda rossi vadano collocati o meno tra gli Ursidi piuttosto che nella famiglia dei Procyonidae.

I Panda giganti sono una specie a rischio, minacciate di continuo dall'impoverimento del loro habitat e da un tasso di natalità molto basso. Si crede che siano in circa 1.600 a sopravvivere attualmente allo stato naturale. Il Panda gigante è il simbolo del WWF (World Wildlife Fund), organizzazione che si occupa di preservare le specie dal rischio di estinzione.

Il Panda gigante è dotato di un insolito palmo, fornito di un "pollice" e cinque dita; il "pollice" è in effetti il frutto di una modificazione intervenuta all'osso del polso. Stephen Jay Gould vi ha scritto un saggio, ed ha utilizzato successivamente il titolo Il pollice del Panda per una collezione di saggi pubblicati in volume.

Riproduzione

l tasso di natalità del Panda gigante è molto basso, sia allo stato naturale sia in cattività: la femmina alleva soltanto un piccolo e, se partorisce due gemelli, non riesce ad occuparsi di entrambi ma si occupa di uno solo.

Gli animali sono in genere consanguinei poiché sia nelle aree protette che in natura sono sparsi in gruppi poco numerosi. Se fossero liberi di vagare da una montagna all'altra, cosa attualmente impossibile a causa delle vallate occupate dagli insediamenti umani, potrebbero di riprodursi con esemplari di altri gruppi contribuendo alla variabilità del loro genoma.

Il Panda gigante nell'Occidente

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Il Panda gigante è stato conosciuto in Occidente a partire dal 1869, grazie al missionario francese Armand David (1826–1900) che donò al Museo di Storia Naturale di Parigi la pelle di un esemplare morto procuratagli da un cacciatore. I cacciatori e coloro che fornivano gli animali agli zoo si recarono sul posto attirati da questa rarità e, nei primi tempi, vennero prelevati dalle foreste cinesi circa 70 esemplari. Dal 1949 le esportazioni sono sottoposte a un severo controllo: fino al 1983 sono stati prelevati e trasferiti a zoo di tutto il mondo 24 esemplari.

Si tratta di una specie molto amata dalla gente, in buona parte perché i panda sono dotati di un aspetto amabile e indifeso come quello dei bambini, il che li fa spesso assomigliare a dei teddy bear viventi. In più, il fatto che il Panda sia solitamente raffigurato disteso nell'atto di mangiare tranquillamente il bambù allontana la sua immagine da quella dell'animale cacciatore, aggiungendole un ulteriore tocco di innocenza.

Il prestito di panda giganti a zoo americani e giapponesi ha costituito un imprtante tassello all'interno della diplomazia della repubblica popolare cinese negli anni '70, in quanto tra i primi scambi culturali intervenuti tra la RPC e l'Occidente.

Tuttavia, a partire dal 1984 i panda hanno smesso di essere oggetto di relazioni diplomatiche: la Cina ha infatti da allora cominciato ad offrire i panda in prestito ad altri paesi soltanto per periodi di dieci anni. Le condizioni standard di questi prestito includono una tariffa di un milione di dollari americani all'anno e la disposizione che ogni cucciolo nato durante il periodo del prestito resti di proprietà della repubblica popolare cinese.

Nel 1998 una azione legale intrapresa dal WWF ha spronato l'U.S. Fish and Wildlife Service a richiedere agli zoo americani che l'importazione di panda continui a condizione di assicurare che metà della tariffa versata alla Cina venga utilizzata al fine della conservazione dei panda all'interno del loro habitat naturale, come conditio sine qua non per l'emissione del permesso di importazione dei panda da parte del servizio stesso.

Fonte: www.wikipedia.org