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Cani San Bernardo allevati a scopi alimentari

Gli Animalisti Italiani Peta, la Lav e la Lega Nazionale difesa del cane, denunciano l’ennesimo atto di crudeltà in Cina nei confronti degli animali. Dalla Nuova Zelanda un grido di allarme: i cani S. Bernardo vengono allevati per scopi alimentari . Dopo gli orrori denunciati da Humane Society per l’utilizzo di pellicce di cani e di gatti , ci troviamo di fronte ad immagini che mostrano dei veri e propri allevamenti industriali di cani S. Bernardo e di cani incrociati con i locali cani della Mongolia a scopi alimentari. Dalla struttura “ The Livestock Rearing Research Institute of Shenyang Agricoltural Science Development Academy” ad est della periferia di Shenyang, il professor Song Shiyong spiega le ragioni della scelta del San Bernardo :“ I San Bernardo sono resistenti alle malattie, mangiano poco rispetto ad altri cani di grossa taglia, crescono velocemente e in tre o quattro mesi dalla nascita possono essere pronti per la macellazione, si ottengono da nove a dieci cuccioli per ogni parto e soprattutto sono di indole docile e non mordono !! Mentre il Professor Du Shaofan dichiara: "Sono cani eccellenti per l’allevamento a scopo alimentare, danno un’altissima resa e sono molto fertili. Abbiamo promosso in tutto il paese questo tipo di allevamento, e la gente ha reagito favorevolmente. Pensiamo che questo tipo di cane sia utilissimo anche per incrociarlo con i nostri cani locali…" La Nuova Zelanda è promotrice di una petizione Internazionale che verrà presentata alle Nazioni Unite (ONU) per far si che i cani San Bernardo non vengano esportati verso l’Asia e soprattutto in Cina per finire come carne da macello. Questi cani vengono prima torturati e poi strangolati, scannati, addirittura scuoiati vivi per incrementare il loro tasso di adrenalina. Vengono così barbaramente uccisi poiché gli asiatici credono che la carne così ottenuta sia afrodisiaca.

Trentasette paesi del modo, numerose associazioni e movimenti politici hanno aderito e stanno promovendo la petizione : On. Winston Peters leader del New Zealand First Party, On. Jenny Shipley leader del National Party of New Zealand, In defence of animals USA, Kennel Union of South Africa, Saint Bernard association of New Zealand, Saint Bernard Association of the USA, Brigitte Bardot Foundation, Doris Day Foundation, Saving animals from exploitation of NZ, PETA International, Animal Asia Foundation, RSPCA of NZ e UK, Organization for the Catholic Protection of Animals, Australian Kennel Association, The Body Shop International.

Ci auguriamo che anche l’Italia si faccia promotore di una dichiarazione ufficiale, come paese membro della FAO, affinché si vieti l’esportazione e l’utilizzo di cani a scopi alimentari.

Carne di cane finalmente i primi passi

di Ilaria Ferri

La prima cosa che sento di voler esprimere è un ringraziamento a tutti coloro che in un modo o in un altro , partecipando alla manifestazione, raccogliendo le firme, inviando i fax all’ambasciata cinese e dando spazio a questa campagna, hanno consentito che la manifestazione avesse successo. Venerdì 2 novembre con la consegna presso la segreteria della Direzione generale della FAO, dei 4 milioni e mezzo di firme raccolte in tutto il mondo a sostegno della petizione che richiedeva il divieto di importazione di cani, soprattutto San Bernardo, e il divieto di allevamento e consumo a scopi alimentari dei cani, ( in quanto non rientrano nella lista FAO degli animali allevabili a tale scopo), abbiamo già ottenuto un grande successo e rappresenta di certo un primo grande e importante passo.

E’ stata una grande emozione con la Sig. Elly Maynard, la promotrice neozelandese di questa campagna venuta a Roma a tale scopo, consegnare alla FAO un così grande numero di firme raccolte in tutto il mondo, a testimonianza dell’interesse internazionale verso un tema che sta a cuore agli animalisti ma anche alle persone comuni che riconoscono nella cinofagia una pratica barbara e incivile. Sabato 3 davanti all’ambasciata Cinese erano presenti le delegazioni di tutte le associazioni animaliste italiane e non solo, anche l’Associazione Italiana San Bernardo e non poteva mancare anche la presenza di "Animalieanimali".

Abbiamo saputo dal Commissario di Polizia che l’ambasciata è stata sommersa dai fax provenienti da tutto il mondo ed anche che gli addetti dell’ambasciata avvertivano la pressione della manifestazione.all’interno dell’ambasciata l’ambasciatore era assolutamente furioso per la manifestazione. Anche i poliziotti sono rimasti sconvolti dalle immagini delle torture e dell’uccisione dei cani, in un certo modo, per quanto è permesso loro in una veste ufficiale, ci hanno anche appoggiato e ringraziato per l’informazione e la diffusione delle notizie che consentivamo. La manifestazione ha sortito quindi gli effetti desiderati !!

L’unico modo in cui si può vincere questa battaglia è parlare, far conoscere al mondo intero questa vergogna. Anche perché c’è una stretta correlazione poi, tra l’utilizzo di carne di cane e il commercio delle loro pelli e pellicce. Per questo i nostri passi futuri saranno quelli di richiedere, in collaborazione con il CODACONS, l’etichettatura dei capi di abbigliamento rifiniti o interamente costituiti da pellicce e pelle di cane o gatto. Il nostro paese, ogni anno importa una grande quantità di questi prodotti finiti o da lavorare. Significa che o importiamo direttamente parka, giacconi con colli di pelo di cane o gatto , oppure importiamo le pellicce da utilizzare per capi prodotti in Italia, guanti , cappelli, giacche etc..

In collaborazione con le associazioni animaliste richiederemo poi, il bando di importazione di tali prodotti, finiti o non come negli USA è già stato fatto da tempo.

Chiediamo anche maggior controllo sui prodotti importati in Italia dalla Cina. Io stessa ho potuto acquistare a Porta Portese per la cifra di cinquemilalire dei cerotti per i dolori muscolari sulla cui scatola, in inglese e cinese, c’è scritto che sono cerotti prodotti con ghiandole e ossa di tigre. Come tutti sappiamo, la tigre è un’animale che è inserito nella lista rossa degli animali a più alto rischio di estinzione e ovviamente né è vietata l’uccisione etc. Ma sappiamo anche che i cinesi non hanno mai fatto segreto della loro “passione” per l’uso delle ossa e delle ghiandole di questo meraviglioso felino a scopo terapeutico.

Nei prossimi giorni invierò questa segnalazione all’Ufficio Conservazione e Natura, auspicando un loro tempestivo e produttivo intervento. La nostra battaglia non è comunque rivolta contro il popolo cinese, piuttosto contro un governo totalitario che non rispetta né uomini né animali. E finalizzata quindi, unicamente alla diffusione del rispetto dei più elementari valori di sensibilità e alla diffusione dei diritti di tutte le creature viventi. Come la libertà degli uomini ha un prezzo, anche quella degli animali deve coinvolgere lo stesso impegno che oltre le parole e la pietà deve tradursi in attività concrete: informazione, consapevolezza e partecipazione.

Solo se saremo tutti insieme, senza confini e pregiudizi potremo vincere la battaglia per la liberazione degli animali dalla sofferenza e dalla crudeltà.

Fonte: www.animalinelmondo.com