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Le fattorie della bile

L'orribile pratica dell'estrazione della bile

bile

Infiniti sono i modi in cui noi uomini torturiamo, oggi come nel passato, i nostri fratelli non umani... e arduo sarebbe, nell'eventualità che qualcuno intendesse assumersi il macabro compito, stilare una classifica delle peggiori atrocità. Una cosa però è certa: ai primi posti troveremmo l'orribile pratica dell'estrazione di bile d'orso, una tra le più abominevoli che mente umana abbia mai partorito.

Migliaia di orsi, nell'odierna Cina, trascorrono la loro intera esistenza - che talvolta supera i 20 anni - rinchiusi in gabbie spesso non più grandi del volume del loro corpo, in mezzo ai propri escrementi, impossibilitati a compiere il minimo movimento e con una ferita nello stomaco perennemente aperta, attraverso cui viene introdotto un catetere d’acciaio, il quale, senza interruzione, preleva la bile dalla loro cistifellea.

Il liquido viene spacciato dal governo e da tutti coloro che traggono profitto da quest'immane barbarie come un prodotto irrinunciabile della millenaria tradizione medica cinese.

In realtà, alcuni dati rivelano che «prima del 1980, la richiesta di cistifellea d'orso in Cina era di soli 500 Kg l'anno, ma nel 1998 la produzione di bile essiccata proveniente dagli allevamenti era salita a 7.000 Kg, di cui solo 4.000 effettivamente consumati». La produzione degli ultimi anni, infatti, è stata tanto massiccia che la sostanza in oggetto è stata utilizzata nei più svariati (e futili) modi: come ingrediente base di shampoo, per produrre vini e alcuni tipi di collirio, per la preparazione di afrodisiaci, unguenti e vari tipi di medicine tradizionali.

La bile d'orso, lungi dal poter essere considerata una sorta di panacea miracolosa unica nel suo genere, può venire perfettamente sostituita da ben 75 preparati erboristici e diversi altri prodotti di sintesi, come assicurano vari esponenti della medicina tradizionale cinese. Le alternative, inoltre, risultano più economiche e facilmente reperibili.
A questo proposito, un dato interessante - risultato di vari sondaggi - testimonia che «la maggior parte dei cinesi non ha mai utilizzato la bile d’orso e l’85% è favorevole alla sua sostituzione con sostanze sintetiche o vegetali».

Gli orsi cinesi sono inclusi nell'Appendice I della C.I.T.E.S. (Convention of International Trade in Endangered Species), di conseguenza l'eventuale esportazione al di fuori dei confini della Cina di parti di questi animali e della loro bile costituirebbe una grave violazione. Tuttavia, nonostante le assicurazioni del governo cinese, prodotti a base di questa sostanza sono stati trovati in vendita anche in Giappone, Filippine, Corea, Hong Kong, Taiwan e Singapore, a testimonianza dell'esistenza di un mercato tutt'altro che limitato.

Questi animali sono tanto stretti nelle loro anguste gabbie, da non poter nemmeno respirare in profondità. Una normale respirazione, infatti, interferirebbe con il pompaggio della bile dalla cistifellea.
L'immobilità e la compressione perenni provocano loro delle gravi deformazioni alle ossa, piaghe da decubito e varie infezioni. Si può facilmente comprendere come la disperazione di questi innocenti imprigionati nelle condizioni di inaudita sofferenza appena descritte possa condurre, in molti casi, ad episodi davvero agghiaccianti: testimoni raccontano di aver visto un orso strapparsi le interiora e poi tenerle per aria, tra ruggiti e urla di dolore... «come se stesse "protestando" contro la crudeltà degli umani», ha osservato qualcuno.

orso della bile

Tutti gli allevamenti, in quanto tali, necessitano che i propri animali si riproducano periodicamente in modo tale da perpetuare l'esistenza dell'attività stessa, garantendo una produttività costante.
Le fattorie della bile non fanno eccezione.
A questo scopo, gli orsi vengono trasferiti in gabbie più larghe giusto per il tempo dell'accoppiamento.
Una volta partorito, è assai frequente che le madri divorino i propri figli. Questo comportamento, rarissimo in natura, è piuttosto comune invece in contesti caratterizzati da condizioni di prigionia e di sofferenza, dall'impossibilità di condurre una vita secondo le necessità etologiche della propria specie e a causa di quella che, presumibilmente, potrebbe essere inquadrata come un'istintiva, ma reale consapevolezza dell'assenza di un futuro per la propria prole.

Alcuni cuccioli però sopravvivono... e questo è ciò che li attende: «...vengono portati via alle loro madri all'età di tre mesi. In alcune fattorie, vengono immediatamente iniziati ad un programma di addestramento per prestazioni nei circhi. Queste prestazioni che includono la boxe, montare in bicicletta e camminare sulla corda, vengono offerte come nuova attrazione ai turisti asiatici per generare introiti supplementari. Dopo circa un anno e mezzo, finiscono i giorni delle esibizioni del cucciolo. Da allora fino a tre anni, la crescita viene incoraggiata e spesso una gabbia di a 1.6m x 1.6m x 2.6m è fornita fino a che l'orso non raggiunga tre anni. Durante questo periodo, due orsi possono essere messi in gabbia insieme.
Quando l'orso ha terminato il suo sviluppo, l'estrazione della bile può cominciare. L'orso è trasferito in una gabbia molto più piccola che non può facilitare alcun movimento, per rendere la "mungitura" due volte al giorno più facile.»

Arduo non considerare fortunati quei piccoli divorati dalle proprie madri alla nascita...

Gli orsi adulti, ad un certo punto, smettono di produrre la bile e vengono trasferiti in un'altra gabbia, nella quale trascorreranno i loro ultimi giorni nell'attesa che la morte sopraggiunga, per fame o malattia, e ponga fine ad un'intera "vita" di agonia e privazioni.

Talvolta, invece, vengono uccisi immediatamente e le loro zampe, ritenute succulenti manicaretti, vengono vendute a prezzi piuttosto elevati ai ristoranti dell'Asia Sud-Orientale, andando a costituire un'ulteriore fonte di reddito per gli allevatori.

Non è ancora tutto: per chiunque sia dotato di un minimo di empatia è difficile da credere e da accettare, ma, a rendere ancora più aberrante la situazione sopra descritta, contribuisce la realtà di un notevole e costante afflusso di persone, le quali pagano per visitare le fattorie in oggetto e divertirsi ad osservare la tortura e l'agonia delle disgraziate creature in esse rinchiuse.

Federica Garau

Fonte: www.sardegnanimalista.org

Visita ad una fattoria della bile

La crudele pratica dell'estrazione di bile da orsi vivi in Cina

World Journal, 15 Aprile 1998
di Youn Show Lee tradotto da Vicky Ho Lynn dalla versione cinese

La crudeltà su animali come riportata dalla testimonianza seguente è incredibile e qualcosa dev'essere fatto per fermarla , con urgenza. Vi preghiamo di fare qualsiasi cosa rendere pubblica questa pazzia Alcuni mesi fa, durante un viaggio d'affari, ho avuto l'occasione di visitare Angel Bridge ai piedi del monte Long Day in Cina.
Siamo anche andati a visitare una grande fattoria circondata da una foresta in uno scenario magnifico, un vero e proprio paradiso isolato. Improvvisamente alla nostra vista apparvero circa 15 gabbie con orsi. Il proprietario ci disse che la fattoria era una fattoria della bile, con lo scopo di estrarre continuamente il fluido dagli orsi. Grazie all'alta domanda, l'attività è estremamente proficua.

Arrivati alla fattoria, gli orsi e i custodi sembravano andare d'accordo, tutto era calmo.
Improvvisamente 4 uomini robusti fecero il loro ingresso, e gli orsi cominciarono ad urlare e a scuotere le gabbie come se avessero visto dei fantasmi .Il custode mi disse che ogni giorno, alle 8 del mattino, il liquido veniva estratto.
Verso le 7,45, gli orsi cominciarono ad agitarsi, a smettere di mangiare e urlare.
Con le loro uniformi bianche, e senza la minima traccia di emozione sul volto, i 4 uomini entrarono in una gabbia. Con una fune di acciaio catturarono l'orso per il collo, mentre l'animale, urlando e digrignando i denti, strabuzzava gli occhi.
Sono così spaventati che questo trauma li fa defecare involontariamente. Nello stomaco dell'orso c'è un foro con un tubo di ferro inserito direttamente nella cistifellea. All'esterno, il tubo di ferro è collegato ad un tubo di plastica per il drenaggio del liquido. L'area è coperta da cerotto chirurgico. Al momento dell'estrazione, il cerotto viene rimosso e una siringa viene usata per estrarre il liquido verde.
I 4 uomini immobilizzarono le zampe dell'orso e inserirono una siringa nel tubo di plastica . Quando il liquido verdastro cominciò a riempire la siringa, l'orso aprì la bocca tremando. Questo tipo di tortura andò avanti per circa 2 ore, finché tutti gli orsi furono sottoposti all'estrazione. Le urla e i suoni erano così forti che riempirono la vallata, spaventandomi terribilmente.
Dopo la tortura, gli orsi solitamente si mettono le zampe anteriori sullo stomaco. Si piegano tremanti, con gli occhi umidi...
Verso le 10.30 qualcuno disse che c'era stato un incidente alla gabbia numero 5. Seguimmo il proprietario che correva trafelato, e rimanemmo scioccati da quello che vedemmo.
Un orso marrone si era strappato le interiora tenendoli per aria, ruggendo e urlando come se stesse "protestando" contro la crudeltà degli umani. C'era sangue dappertutto, ed era terribile assistere ad una tale scena di suicidio. Non sono mai stato così scioccato in tutta la mia vita. Qualcuno fece scattare l'allarme, e immediatamente alcuni uomini entrarono nella gabbia con un'ascia e un grosso uncino di ferro.
Il proprietario urlo' "Svelti dobbiamo "salvare" le zampe!" Uno degli uomini all'interno della gabbia sembrava riluttante a proseguire. Ma il proprietario, pestando i piedi, continuava a sbraitare "Dovete troncarle mentre è ancora vivo! E' l'unica maniera per poterle vendere!".
Vidi l'ascia scendere e immediatamente all'orso della gabbia n.5 furono troncate le zampe, e il sangue era dappertutto... Forse l'odore di morte aveva pervaso la zona.
Gli altri orsi cominciarono ad urlare e a diventare violenti. Il proprietario aveva un passato da macellaio. La reazione violenta degli orsi cominciò a mettere in panico gli addetti, ma il proprietario ordino' loro di mettere un "giubbotto di acciaio " a 5 tra i più violenti, e iniettare loro una dose di morfina. Non appena gli orsi videro i giubbotti di acciaio, si quietarono immediatamente. Sembrava avessero imparato, con la dolorosa esperienza, la lezione.
L'intero incidente ebbe conseguenze disastrose sulla mia mente , tanto che ho sempre davanti le immagini di quei musi tristi e innocenti. E ho sentito il forte desiderio di raccontare quanto vidi a tutto il mondo.
Vi prego di rendere noto il più possibile la mia storia nella speranza che chiunque la legga possa fare qualcosa per fermare tutto questo ed aiutare queste povere creature.
La legge cinese per la protezione degli animali deve essere urgentemente migliorata!

Orsi in Cina per la bile. A che punto siamo?

Chiara Catapano

Gli sforzi di Animals Asia Foundation sono concentrati in questo momento sulla costruzione di un nuovo centro di salvataggio degli orsi in Vietnam. Nonostante le fattorie della bile siano state dichiarate dal governo vietnamita illegali gia' dal 1999, purtroppo sono ancora moltissimi i moon bears che, all'interno di fattorie illegali, subiscono la tortura dell'estrazione della bile rinchiusi nelle strettissime gabbie arrugginite.

Il Governo vietnamita ha di recente sottoscritto un accordo con Animals Asia affinchè 200 orsi prigionieri delle fattorie vengano liberati ed affidati alle cure della Fondazione.
Il nuovo centro in Vietnam sara' costruito sul modello del centro di Chendu': comprenderà infatti aree per la quarantena, tane, rifugi, aree per la chirurgia e la riabilitazione di orsi disabili.
Come sempre anche il nuovo centro in Vietnam sarà costruito grazie alla raccolta di fondi da parte dei gruppi di supporto. La condizione degli orsi ha infatti commosso e mobilitato persone da tutti i continenti che dedicano parte del loro tempo e delle loro energie nel sensibilizzare l'opinione pubblica e nell'organizzare eventi e manifestazioni allo scopo di fornire le risorse necessarie al lavoro di liberazione e salvataggio degli orsi.

Anche nel centro di Chendù in Cina sono in programma alcuni cambiamenti.
L'intento della fondazione infatti è quello di ampliare la zona destinata al pubblico, per rendere il Santuario un luogo in grado di ospitare ogni giorno un numero sempre più elevato di visitatori. Un incremento delle
presenze apporterebbe sia una risvolto positivo da un punto di vista economico, ma avrebbe anche un peso determinante nell'opera di sensibilizzazione della popolazione cinese nei confronti della sofferenza degli animali.

A maggio un altro passo importante è stato realizzato in direzione della fine delle fattorie della bile. Infatti un membro del parlamento europeo Neel Parrish durante una visita ufficiale al governo cinese, ha mostrato una dichiarazione firmata da 366 membri del parlamento nella quale si esprime la condanna della pratica di estrarre bile dagli orsi definendola inutile quanto crudele.

Quest'anno un triste evento ha colpito il team di AAF.
Andrew, il grande orso con sole tre zampe ha cessato di vivere a causa di un tumore di 7 KG sviluppatosi nel suo addome.
Andrew ha avuto un ruolo determinante nell'opera di liberazione dei moon bears in quanto è stato tra i primi orsi ad arrivare nel centro di Chendu'. Era il 1999 e la storia del loro salvataggio era appena iniziata.

Animals Asia Foundation era la prima associazione al mondo che si occupava in maniera pionieristica di riscattare gli orsi dalle fattorie e di ridare loro la liberta' all'interno di un'oasi seminaturale.
Era noto che i moon bears sarebbero arrivati al centro di recupero in condizioni fisiche e psichiche raccapriccianti. Gli anni di immobilita' assoluta all'interno delle gabbie-bare, le infezioni permanenti causate dal catetere impiantato nella cistifellea, la quotidiana e dolorosissima mungitura della bile praticata per ben due volte al giorno, erano tutte condizioni che avevano provocato negli orsi danni forse irreversibili sia sul piano fisico, che comportamentale.

Gli interrogativi che il team di AAF si poneva erano questi: come si sarebbero comportati questi giganti una volta spezzate le sbarre arrugginite delle loro gabbie, in che modo avrebbero dato sfogo alla loro comprensibile rabbia accumulata in anni ed anni di vita passata unicamente in compagnia del dolore fisico, a quale furiosa follia si sarebbero abbandonati, quali reazioni violente avrebbero avuto nei confronti dell'essere umano colpevole di avere ideato ai loro danni, una delle più crudeli e sadiche torture che si possano concepire.
Le preoccupazioni di Jill Robinson, fondatrice di Animals Asia, circa la possibilità di recuperare queste martoriate creature svanirono presto proprio grazie ad Andrew.

Quest'orso, catturato nella foresta con una tagliola che gli ha reciso una zampa e costretto per anni ed anni in una condizione di sofferenza che travalica i limiti della nostra immaginazione, ha mostrato subito un carattere docile e mansueto. Si è mostrato infatti subito desideroso di recuperare la mobilità degli arti atrofizzati, le forze che aveva perso, la volontà e la gioia di vivere, ma soprattutto ha mostrato di potere perdonare l'uomo.

Andrew è diventato proprio per questi motivi il simbolo della volontà dei moon bears di sopravvivere, di riacquistare dignità , ma soprattutto e' diventato il simbolo del perdono.
Ambasciatore di Animals Asia, le foto di Andrew hanno fatto il giro del mondo e la sua immagine è indissolubilmente legata alla Fondazione. Sulla tomba di Andrew è stato scritto: - Noi non saremo più deboli senza Andrew, ma più forti grazie a lui-.
Negli ultimi giorni di ottobre all'oasi di Chendù sono arrivati 12 nuovi orsi. Due di loro erano in condizioni talmente drammatiche che il team di veterinari non ha potuto far nulla se non porre fine alle loro sofferenze.

La cerimonia del funerale è stata triste e tutte le persone che operano nel centro hanno reso omaggio ai due orsi morti prima di potersi rotolare sull'erba, annusare un fiore o sentire i caldi raggi del sole sulla schiena.
Mentre Jill Robinson, con una grande pena nel cuore, scriveva email per informare i gruppi di supporto degli ultimi eventi, Rupert uno dei moon bear ospite del centro, si e' avvicinato alla sua finestra poggiando il grande faccione e le zampe anteriori contro il vetro. Dopo il primo momento di sorpresa a Jill viene in mente che Rupert nei 6 anni passati al centro, non era mai riuscito ad alzarsi sulle zampe posteriori e interpreta ciò come un segnale positivo, la prova che, nonostante tutto, gli eventi stanno procedendo per il meglio, che tanti traguardi che sembravano impossibili sono stati raggiunti e che la fine delle sofferenze degli orsi della luna non è più così lontana.

Al momento (10 novembre 2006) gli orsi che Jill ha salvato dalle fattorie sono 217.

Fonte: www.animalieanimali.it