Vota TopOnWeb Banner
trova tutto su animali e natura

Favole sulla volpe

Il corvo e la volpe - Fedro

Messer corvo aveva trovato sul davanzale della finestra un bel pezzo di formaggio: era proprio la sua passione e volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace. Ed ecco passare di là una volpe furbacchiona, che al primo colpo d'occhio notò quel magnifico formaggio giallo. Subito pensò come rubarglielo.
"Salire sull'albero non posso" si disse la volpe, "perché lui volerebbe via immediatamente, ed io non ho le aliā€¦ Qui bisogna giocare d'astuzia!". - Che belle penne nere hai! - esclamò allora abbastanza forte per farsi sentire dal corvo; - se la tua voce è bella come le tue penne, tu certo sei il re degli uccelli! Fammela sentire, ti prego!
Quel vanitoso del Corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto cra crà!, ma, appena aprì il becco, il pezzo di formaggio gli cadde e la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, ridendosi di lui.

Il granchio e la volpe - Esopo

Quel giorno un paffuto granchio arancione, era proprio di ottimo umore. Se ne andava passeggiando allegramente per la spiaggia riscaldata dal sole, canticchiando la sua canzoncina preferita, una vecchia serenata imparata chissà dove. Egli si vantava spesso con gli altri abitanti del mare, della sua capacità di poter vivere tranquillamente sia dentro che fuori dall'acqua. E quelli, senza nascondere un pizzico d'invidia, lo osservavano camminare tranquillamente sulla terraferma. Ogni volta però, il buon granchio riportava ai suoi amici pesci un grazioso ricordino delle sue escursioni. Ma quel mattino egli non ne voleva proprio sapere di rientrare in acqua. Il cielo era tanto limpido e sereno da attirare l'ammirazione anche dei più indifferenti. Per questo il granchietto continuò la sua lunga passeggiata. Nello stesso giorno, una giovane volpe insoddisfatta per la scarsità del suo pranzo quotidiano, si aggirava affamata per la spiaggia in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Camminava molto arrabbiata con se stessa per l'incapacità dimostrata a procurarsi del cibo quando vide, quasi per caso, l'ignaro granchio fermo sulla sabbia a contemplare il paesaggio.

La volpe gli si avvicinò curiosa e con un balzo gli piombò proprio davanti. Il povero granchio si prese uno di quegli spaventi memorabili che rimangono bene impressi nei nostri ricordi per tuffa la vita e, cercando di indietreggiare si riparò con le zampine.

La volpe era decisa e pronta a mangiarselo in un sol boccone pur non sapendo bene di che animale si trattasse. Fortunatamente il granchio, riavutosi dalla paura, riuscì a respingere il suo nemico sfoderandogli le sue terribili tenaglie e pungendogli il muso.

Dopo la fuga della volpe sconfitta, il granchio si tuffò in acqua e andò a raccontare la sua brutta avventura agli amici spiegando quanto fosse più sicuro vivere nel mare!

Il leone,la volpe e il cervo - Esopo

Il leone, Re della foresta, era gravemente ammalato. Data la sua avanzata età egli non aveva più le forze per uscire dalla sua caverna e procurarsi il cibo necessario per la guarigione. Per questo fu costretto a ricorrere all'aiuto di una volpe da sempre sua grande amica. Chiamandola al proprio capezzale, il leone le disse: "Mia cara compagna, esiste una sola medicina per il mio male. Si tratta di un brodo fatto con le corna di un cervo. Devi procurarmelo subito!" Commossa per quella richiesta, la volpe si mise subito all'opera e, scovato l'animale tanto desiderato dal grande malato, cercò, con un inganno, di convincerlo a seguirlo, dicendogli: " Mi manda il leone con l'incarico di portarti da lui prima che tiri l'ultimo respiro. Andando per eliminazione ha deciso che tu sei il più adatto fra tutti gli animali per essere il suo successore al trono dopo la sua morte!" Il cervo, lusingato da questa insperata proposta, accettò subito e seguì la volpe fino alla caverna del leone, ma non fece neppure in tempo a varcare la soglia che si senti aggredire dal feroce animale. Fortunatamente riuscì a divincolarsi e a fuggire.Il leone, deluso e arrabbiatissimo, scongiurò ancora la sua amica di ritentare la prova usando la sua proverbiale furbizia. Questa, dopo lunghe ricerche, riuscì a trovare il cervo nel suo nascondiglio, ma, appena si presentò davanti a lui, dovette sentirsi le sue irate proteste. "Ascoltami," si scusò la volpe " ti sei spaventato per niente. Il morente voleva solo darti la sua benedizione. Torna da lui prima che cambi idea!" Il cervo, anche questa volta, affascinato dall'idea di diventare Re, si ripresentò al leone. Ma questi, afferratolo, gli rubò le sue bellissime corna per farvi un bel brodo caldo, lasciandolo poi libero di scappare.

La volpe e il rovo - Esopo

C'era una volta una graziosa volpe dal manto marrone e lucente che viveva in una piccola casetta in mezzo al bosco. Un bel mattino di primavera l'animale uscì dalla propria abitazione con l'intenzione di procurarsi una preda per il mezzogiorno.Vagando per la brughiera fischiettando allegramente, la volpe attirò l'attenzione di un ingenuo leprottino il quale, incuriosito, le si avvicinò per osservarla meglio. L'astuta volpe non si lasciò sfuggire l'occasione e sorridendo al cucciolotto gli disse: "Buongiorno a te mio piccolo amico. Cosa fai tutto solo in questi boschi?" Il leprotto divenne improvvisamente diffidente di fronte a tutto quell'interessamento e, indietreggiando piano rispose: "Oh, niente, proprio niente. Anzi, adesso che ci penso, dovevo tornare a casa". Ma la volpe non aveva alcuna intenzione di lasciarsi scappare un bocconcino casi prelibato. Quindi, con un abile balzo si gettò sull'animaletto per afferrarlo. Fortunatamente il piccolino, risvegliato dall'improvviso attacco, riuscì a schivare l'aggressione con un veloce salto indietro, precipitandosi in una folle fuga verso il limitare del bosco. La volpe lo seguì fino a quando non si trovò sull'orlo di una grossa buca. Per evitare di cadere nel vuoto l'animale di aggrappò ad una siepe di Rovo graffiandosi e pungendosi con le sue spine. Abbandonando l'inseguimento la povera volpe rimase seduta di fronte al Rovo leccandosi le ferite da questo provocate."Che stupida sono stata!" Si disse fra sé "Mi sono aggrappata alla prima cosa che ho trovato per non cadere in una buca e mi sono procurata solo graffi e punture. Tanto valeva proseguire l'inseguimento e tuffarmi nella fossa".Ma per quel giorno ormai non poteva più far niente e camminando piano per il male, se ne tornò a casa sconsolata.

La volpe e la cicogna - Esopo

La volpe e la cicogna erano buone amiche. Un tempo si vedevano spesso, e un giorno la volpe invitò a pranzo la cicogna; per farle uno scherzo, le servì della minestra in una scodella poco profonda: la volpe leccava facilmente, ma la cicogna riusciva soltanto a bagnare la punta del lungo becco e dopo pranzo era pìu affamata di prima.

- Mi dispiace - disse la volpe - La minestra non è di tuo gradimento?

- Oh, non ti preoccupare: spero anzi che vorrai restituirmi la visita e che verrai presto a pranzo da me - rispose la cicogna.

Così fu stabilito il giorno in cui la volpe sarebbe andata a trovare la cicogna.

Sedettero a tavola, mai i cibi erano preparati in vasi dal collo lungo e stretto nei quali la volpe non riusciva ad infilare il muso: tutto ciò che potè fare fu leccare l'esterno del vaso, mentre la cicogna tuffava il becco nel brodo e ne tirava fuorii saporitissime rane.

- Non ti piace, cara, ciò che ho preparato? -

Fu così che la volpe burlona fu a sua volta presa in giro dalla cicogna.

La volpe e l'uva - Esopo

Che fame! - esclamò la volpe, che era a digiuno da un paio di giorni e non trovava niente da mettere sotto i denti; girellando qua e là, capitò per caso in una vigna, piena di grappoli bruni e dorati
- Bella quell'uva! - disse allora la volpe, spiccando un primo balzo per cercare di afferrarne un grappolo. - Ma com'è alta! - e fece un altro salto. Più saltava e più le veniva fame: fece qualche passo indietro e prese la rincorsa: niente ancora! Non ce la faceva proprio. Quando si accorse che tutti i suoi sforzi non servivano a nulla e che, continuando così, avrebbe potuto farsi deridere da un gattino che se ne stava a sonnecchiare in cima alla pergola, esclamò:
- Che bruffa uva! è ancora acerba, e a me l'uva acerba non piace davvero!
E si allontanò di là con molta dignità, ma con una gran rabbia in cuore.

Il leone,l'orso e la volpe - Esopo

Quella mattina un grande orso bruno, era proprio affamato. Vagava con la lingua di fuori per la foresta in cerca di un po' di cibo quando all'improvviso vide, nascosto tra i cespugli, un bel cesto ricolmo di provviste abbandonato sicuramente da qualche cacciatore. Fuori di sé dalla gioia si tuffò su quell'insperato tesoro culinario ma, proprio nello stesso momento ebbe la medesima idea anche un grosso leone che non mangiava da alcuni giorni. I due si trovarono faccia a faccia e si studiarono con espressione rabbiosa.

'Questo cesto appartiene a me!" Urlò l'orso.

"Bugiardo!" Ruggì il leone infuriato.

In men che non si dica esplose una lotta terribile tra i contendenti i quali si azzuffarono insultandosi senza riserva. Intanto, poco distante, una giovane volpe passeggiava tranquilla per il bosco occupandosi delle proprie faccende. All'improvviso venne attirata da insolite urla e si avvicinò al luogo di provenienza per scoprire di cosa si trattasse.

Appena vide i due animali impegnatissimi a lottare come matti ed il cesto di cibo abbandonato vicino a loro, le balenò un'idea. Quatta, quatta si avvicinò al paniere, lo afferrò e fuggi via andando a mangiare in pace in un luogo sicuro.

Quando, sia il leone che l'orso, sfiniti per l'estenuante baruffa sostenuta, decisero di spartirsi le provviste dovettero fare i conti con un'amara sorpresa. Il cesto era sparito e al suo posto trovarono unicamente le impronte di una volpe, sicuramente molto furba!

La volpe e il leone - Esopo

Quella mattina una volpe se ne andava tranquilla per i prati rifioriti dopo la brutta stagione invernale. I profumi della natura le solleticavano le nari accarezzandole la fantasia, permettendole di sognare paesi lontani, belli e sconosciuti.All'improvviso la sua attenzione venne richiamata da un violento ruggito.Era un verso che non aveva mai sentito e, terrorizzata, fuggì a nascondersi dietro ad un cespuglio. Da li poté vedere, riparata tra le foglie, il terribile animale che aveva emesso quel suono: si trattava di un leone, una bestia a lei sconosciuta. Spaventata, la povera volpe, scappò via il più velocemente possibile.Trascorsero un paio di giorni tranquilli dopo quel brutto incontro che sembrava quasi essere stato dimenticato, quando, d'un tratto, la piccola volpe si imbatté ancora nel leone.Questa volta il Re della foresta le apparve proprio davanti ostacolandole il cammino. Essa, impaurita, iniziò a tremare come una foglia senza tuttavia fuggire ma rimanendo ferma al suo posto fino a quando il leone non si fu allontanato.La terza volta che la volpe si imbatté in quel grosso e possente animale dal risonante ruggito, scoprì che il proprio timore nei suoi confronti andava pian piano assopendosi.Così, durante il successivo incontro con il leone, si dimostrò molto più calma e riuscì persino a guardarlo bene dentro agli occhi salutandolo con un cordiale 'buongiorno!".Infine, quando ebbe ancora modo di vederlo, la volpe provò a parlargli e riuscì finalmente a scoprire in lui doti come il coraggio e l'intelligenza.Da quel giorno non si stancò mai di ascoltarlo sicura che, dall'esperienza di un animale così astuto e bravo cacciatore, avrebbe tratto solo vantaggi.

Il gallo e la volpe - La Fontaine

Sul ramo di un albero stava in vedetta un vecchio gallo accorto e scaltro.
- Fratello - disse una volpe facendo la voce dolce - noi non siamo più in guerra. Questa volta abbiamo fatto la pace generale: vengo ad annunziartelo. Scendi che ti voglio abbracciare; fa' presto per piacere, perché debbo partire oggi, e fare almeno quaranta miglia. Tu e i tuoi potrete star dietro ai vostri affari senza alcun timore; noi collaboreremo con voi come fratelli. Potete fare i fuochi artificiali dalla gioia, fin da questa sera, e intanto vieni a ricevere il bacio d'amore fraterno.
- Amico - rispose il gallo - non avrei mai potuto apprendere una notizia più dolce e più bella di questa su questa pace; e averla datemi raddoppia la gioia. Vedo due levrieri: credo siano corrieri mandati a dare questo annuncio; sono veloci e saranno qui tra un momento. Scendo: così potremo abbracciarci tutti, l'un l'altro.
- Addio - disse la volpe. - La strada che debbo fare è lunga. Festeggeremo il successo della vicenda un'altra volta.
Subito la furbacchiona se la svignò, si mise al sicuro, delusa del suo tranello. E il nostro vecchio gallo si mise a ridere tra sé della sua paura: perché è un doppio piacere ingannare l'ingannatore.

La volpe e il caprone - Leonardo da Vinci

Una volpe era caduta in un pozzo e non poteva più uscirne. Un caprone assetato viene allo stesso pozzo guarda dentro e la vede: - E' buona quest'acqua? Era la fortuna inattesa. - Se è buona! Scendi giù, amico mio! Scendi: è una delizia!
E quello stordito si caccia giù e beve sino a saziarsene. Quando ebbe bevuto, si guardò intorno. - E ora come si fa a risalire?
- Già, è un affaraccio; ma c'è un modo di salvare te e me. Guarda: tu appoggi i piedi davanti, così, in alto, contro il muro, e rizzi le corna; io m'arrampico e poi ti tiro su. Va bene?
- Facciamo pure così rispose quel bonaccione; e così fece.
La volpe, saltando lesta lungo le gambe, le spalle e le corna del suo compagno, si trovò subito al collo del pozzo; e già se ne andava.
- Ohé, - gridò il malcapitato - te ne vai? E così mi tradisci?
La volpe si rivoltò verso di lui : - Se tu avessi tanti ragionamenti nella testa quanti hai peli sotto il mento non saresti sceso giù, prima d'aver pensato al modo di risalire.

La volpe e la gazza - Leonardo da Vinci

Una volpe affamata capitò, un giorno, sotto un albero dove s'era posato un branco di gazze rumorose.
La volpe, nascosta, incominciò ad osservarle, e si accorse che quegli uccelli erano sempre in cerca di cibo e non avevan paura di posarsi e di beccare nemmeno sulle carcasse degli animali.
Proviamo disse fra sé la volpe.
Piano piano, senza farsi sentire, si mise lunga distesa, restando immobile, a bocca aperta, come se fosse morta.
Dopo un po' una gazza la vide e subito si buttò giù dall'albero.
Si avvicinò alla volpe, e, credendola morta, incominciò a beccarle la lingua.
Cosi lasciò la testa nella bocca della volpe come in una tagliola.

L'asino vestito della pelle del leone e la volpe - Tolstoj

Un asino si mise addosso la pelle di un leone e andava attorno seminando il terrore fra tutte le bestie. Vide una volpe e volle provarsi a far paura anche a lei. Ma quella, che per caso aveva già sentito la sua voce un'altra volta, gli disse:
- Sta pur sicuro che, se non ti avessi mai sentito ragliare, avresti fatto paura anche a me -.
Cosi ci sono degli ignoranti che, grazie alle loro fastose apparenze, sembrerebbero persone importanti, se la smania di parlare non li tradisse.