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La triste storia di Laika

Laika

Nel 1957 fu il primo essere vivente ad andare in orbita

Cinquant’anni fa, il 3 novembre 1957, l’Unione Sovietica lanciava nello spazio lo Sputnik 2, con a bordo il primo essere vivente, la cagnetta Laika.

Il vero nome dell’animale era Kudrjavka (ricciolina) così chiamata dall’accalappiacani che l’aveva catturata randagia per strada, mentre è stata spesso chiamata anche Muttnik (da "mutt" che in inglese significa bastardino e dal nome della capsula "Sputnik").

Il terribile allenamento

Fra i possibili cani recuperati per l'esperimento, Laika si dimostrò la più disponibile a sopportare i terribili esercizi previsti da Oleg Gazenko, lo scienziato che coordinava l'addestramento dei cani destinati agli Sputnik: per abituare gli animali agli angusti abitacoli dei satelliti, un mese prima del lancio li si chiudeva in gabbie strettissime e mal imbottite che di fatto impedivano ogni movimento; e per allenarli al rumore e all'accelerazione dei razzi vettori li si sottoponeva a trattamenti in centrifughe simili a quelle di una lavatrice. Gazenko, oggi novantenne, recentemente ha voluto fare autocritica sui suoi metodi: "Gli esperimenti su animali è fonte di dolore per tutti noi. Noi trattiamo loro come bambini che non possono parlare. Più passa il tempo e più questo mi dispiace: non lo farei più". E su Laika: "Dalla missione non ricavammo abbastanza per giustificare la morte di quel cane".

Il lancio in orbita

La capsula spaziale Sputnik 2 era attrezzata per il supporto vitale e portava cibo ed acqua ma non prevedeva il rientro, quindi la sorte di Laika era segnata fin dall’inizio della missione. La capsula era inoltre attrezzata con sensori tali da permettere il monitoraggio dei segnali vitali del passeggero come pressione sanguigna, battiti cardiaci e frequenza del respiro.

Secondo fonti della Nasa, Laika fu inserita circa tre giorni prima del lancio, con le deiezioni raccolte in un sacchetto interno alla capsula. Dopo il terrore del lancio e ritrovata la calma in orbita, Laika fu sentita dai controllori di volo consolarsi mangiando la sua pappa gelatinosa.

Il mistero sulla triste fine di Laika

Fino a poco tempo fa era certo che, dopo il lancio dello Sputnik 2 dal cosmodromo di Baikonur, Laika fosse arrivata viva in orbita ma già dopo l’entrata in orbita i dettagli della sua sorte erano incerti. Esistono infatti diverse versioni dei fatti tra loro contrastanti. Secondo alcune Laika morì poche ore dopo l’entrata in orbita mentre altre stimano che Laika sopravvisse per circa dieci giorni (ipotesi inverosimile poiché le batterie che alimentavano i sistemi dello Sputnik 2 si esaurirono dopo circa sei giorni). La versione ufficiale dell’epoca data dal governo sovietico è che Laika sopravvisse per «oltre quattro giorni».

Tuttavia, nell’ottobre 2002 furono resi noti i risultati di nuove ricerche compiute da uno scienziato russo, Dimitri Malashenkov, che rivelarono che Laika sopravvisse unicamente per un periodo compreso tra le 5 e le 7 ore dopo il decollo a causa degli sbalzi di temperatura caldo - freddo.

Lo Sputnik 2 proseguì il suo viaggio compiendo oltre duemila orbite per poi bruciare il 14 aprile 1958 al rientro nell’atmosfera terrestre. Nella primavera del 2007 è stata rilasciata un’ultima versione ufficiale che confermerebbe quanto fin dall’inizio si era ipotizzato, ma che le autorità sovietiche del tempo fecero di tutto per nascondere: per un malfunzionamento del sistema di respirazione dello Sputnik 2 la cagnetta Laika morì solamente dopo 20 minuti dal decollo.

Fonte: La Stampa